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“Zanzare e West Nile: l’arte di non farsi invitare al loro aperitivo”

Febbre del Nilo Occidentale – Manuale semiserio per non farsi pungere

 

Ci sono serate estive che ricordi per un tramonto spettacolare, altre per un gelato che ancora ti sogni di notte… e poi ci sono quelle che ricordi per il ronzio.
Quel ronzio.
Invisibile, insistente, ti fa muovere le mani come se stessi cercando di evocare un demone millenario più che scacciare un insetto da due grammi.
E non sempre si tratta solo di un fastidio: a volte quel ronzio si presenta con un ospite indesiderato, il virus del Nilo Occidentale.

 

Un virus con il passaporto pieno di timbri!

Identificato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nella regione del Nilo Occidentale, il West Nile Virus non è mai stato un tipo casalingo, ed ama girare il mondo e conoscere gente. Dopo un po’ di giri in Africa, Asia ed Europa, negli anni ’90 ha messo piede in Nord America, per poi farsi vedere anche in Italia nei primi 2000. Prima soprattutto nella Pianura Padana, oggi pure in altre regioni – Lazio incluso.

Il colpevole che lo trasporta? La zanzara comune (Culex pipiens). Non serve biglietto aereo, da viaggiatrice livello PRO le basta una pozza d’acqua e il tramonto per entrare in azione.

Solo che qualche volta nei suoi varii contatti qualcosa gira storto, e può capitare che sta zanzara globetrotter vada pungendo chi non dovrebbe.

Quando la zanzara punge un uccello selvatico infetto, il virus si replica nel suo corpo, e alla puntura successiva lo trasmette a cavalli, persone o – più raramente – animali domestici.
Nota rassicurante: dall’uomo non passa ad altri uomini. Quindi, se abiti con tua nonna, stai tranquillo: l'anziana fragile, con te, è al sicuro (ma non la chiamare così che t'insegue con il mattarello, lo sai tu e lo so io).

 

Sintomi: dalla “tutto bene” alla “Oh Cavolo!"

  • Nessun sintomo nell’80% dei casi.

    Forma lieve: febbre, mal di testa, dolori muscolari o articolari, nausea, vomito, rash cutaneo, linfonodi gonfi. Nei bambini, di solito solo febbre; nei giovani, febbre e dolori; negli over (anche se sembrate molto più giovani, il rischio rimane) gli stessi sintomi possono farsi più fastidiosi.

  • Forma grave (meno dell’1%): encefalite, meningite, paralisi flaccida acuta. Qui si smette di scherzare: si chiama il medico senza esitazioni.

 

 

 

Prevenzione: la scienza incontra il buon senso

Non esiste vaccino per l’uomo. L’unica strategia è impedire alla zanzara di mettere piede (o meglio, proboscide) sulla tua pelle.

Ma ci siamo noi! Ed abbiamo 4 armi a disposizione:

  • DEET: il veterano. Funziona, dura, e con concentrazioni alte (40–50%) ne serve menoIcaridina: stessa efficacia, odore più soft, ben tollerata.

  • PMD: opzione vegetale, meno persistente, vietato sotto i 3 anni.

  • IR3535: delicato e adatto a pelli sensibili, ottima scelta anche per i più piccoli.

Abbiamo parlato di una zanzara attiva per lo più dopo il tramonto. Per lo più appunto. Quindi l'ipotesi ormai di dover far convivere repellente e crema solare non è poi così lontana. Come si fa?

 Prima la crema solare, aspetta 15 minuti, poi il repellente. Invertire l’ordine? Mmmh pensa una puntura che ti prude su pelle scottata e poi dimmi se le vacanze te le aspettavi proprio cosi.

 

Quanto metterne (e perché)

 

Qua si ride e si scherza, ma siamo chimici e ogni tanto ci parte la vena, quindi spieghiamo: per funzionare, il repellente deve creare circa 0,25 mg di principio attivo per centimetro quadrato di pelle. Sotto questa soglia, la zanzara si porta pure i taralli per l’aperitivo.

Ogni spruzzo di uno spray medio rilascia circa 0,15 ml. Per coprirti bene servono più spruzzate di quanto immagini:

  • Avambraccio: 6–7 spruzzi, poi spalma.

  • Braccio intero: il doppio.

  • Viso e collo: 12–14 spruzzi sulle mani, poi applica.

  • Gamba intera: circa 24–28 spruzzi.

Con concentrazioni basse (es. Icaridina 20%), serve più prodotto. Con concentrazioni alte (DEET 50%), teoricamente meno, ma nella pratica meglio non fare i tirchi: spalma bene, sono piccole e ben addestrate, e basta un pezzetto di pelle scoperta perché si sentano in campo libero.

 

Casa, abiti e giardino “mosquito-proof”

  • Maniche lunghe e pantaloni chiari: meno fashion week, molto La mia Africa ma anche più vacanza tranquilla.

  • Zanzariere integre: niente buchi, neanche minuscoli.

  • Acqua stagnante zero: sottovasi, secchi, bidoni, tappi, copertoni… sono alberghi a cinque stelle per larve.

  • Fontane e laghetti: metti dei pesci rossi, oltre a decorare, divorano le larve.

 

Climate change e fregature

Più caldo e più umidità non significano solo che le zanzare non se ne vanno presto. Significa che si riproducono più a lungo e che tutta la dinastia banchetta allegramente per mesi, passando la “tradizione di famiglia” di proboscide in proboscide. 

 

Animals vs Animals (e salviamo i Pet)

Cani e gatti possono essere punti e infettarsi, ma raramente sviluppano sintomi. Nei pochi casi: febbre, tremori, movimenti incerti.

Vale la regola: niente uscite nelle ore critiche, via i ristagni, repellenti solo su consiglio veterinario.


Morale

Il West Nile Virus non è un cattivo da film apocalittico, (lascia stare i titoli clickbait) ma nemmeno una comparsa innocua. La differenza tra una puntura fastidiosa e un’estate tranquilla sta in pochi gesti: repellente usato bene, abiti intelligenti, casa bonificata.

E se non sai cosa scegliere, il farmacista lo sa e te lo spiega in modo che tu non ti offra in sacrificio per sfamarle.

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