Qualcuno chiama: «Vieni, usciamo, tempo è di rifiorire!» ma Allium cepa non riesce a chiudere il rubinetto del suo naso che cola e si va convincendo che non riuscirà a sopportare il suo malanno. “Smettila, sto peggio io!” - lo punzecchia Apis mellifica che non riesce ad aprire gli occhi per le sue palpebre gonfie. Arsenicum album li ignora, preso com’è a disperarsi perché questa volta, ne è sicuro, non sopravvivrà ai suoi starnuti. Proprio non li sopporta Euphrasia officinalis, irritabile come le sue palpebre secche e agglutinate, mentre Gelsemium sempervirens si defila, è così stordito che vuole solo mettersi a dormire, se non fosse che quella scocciatrice di Sabadilla officinarum continua a starnutire e lo disturba. Nux vomica passa di corsa, davvero non capisce come facciano a crogiolarsi, è impaziente di risolvere la sua rinite, perché ha tanto da lavorare. Wyethia helenoides è l’unica che non si sente perché non riesce a smettere di grattarsi il palato con la lingua, ma solo Rhus toxicodendron sembra davvero felice di uscire pur continuando a stropicciarsi le palpebre e mentre camminano, Urtica urens lo rimbrotta di non lamentarsi che lei è messa peggio, perché ha prurito dappertutto.
La natura fiorisce al vento di marzo che dissemina pollini nell’aria, ma per molti di noi il risveglio dei sensi ai colori e agli odori della primavera comporta il ritorno di fastidiosi fenomeni stagionali che ci invogliano a restare chiusi in casa, mentre tutto si apre alla vita.
Il termine allergia fu coniato da due pediatri viennesi all’inizio del Novecento, Clemens Von Pirquet e Béla Schick, per indicare una reazione esagerata e specifica a sostanze, denominate allergeni, che sono innocue per la maggior parte delle persone a parità di condizioni. In realtà, già nella prima metà del 1800, Hahnemann, nel paragrafo 117 dell’Organon aveva scritto delle «idiosincrasie», definendole quelle particolari costituzioni che pur essendo sane, posseggono l’inclinazione a essere spostate nell’equilibrio della loro energia vitale, in uno stato più o meno morboso da cose che in molte altre persone sembrano non fare nessuna impressione o produrre nessuna alterazione.
È a partire dal paragrafo 3 dell’Organon che ci accostiamo alle allergie, dove Hahnemann scrive: «se il medico conosce gli ostacoli alla guarigione in ciascun caso e sa rimuoverli, affinché la guarigione sia definitiva, allora egli opera utilmente e radicalmente ed è un vero artefice della salute». L’eziologia delle allergie è multifattoriale: predisposizione costituzionale, ambiente, abitudini, intossicazione fisica e psichica, ma il primo ostacolo alla guarigione è l’ansia o la paura per la propria condizione, che dobbiamo invece ribaltare, ricordando che la sofferenza è una forma di reazione e questa è indice di vitalità dell’organismo. I sintomi sono segnali nella via della guarigione, ascoltiamoli e seguiamoli. Se non vogliamo soffocare dagli starnuti, la prima regola è non soffocare i sintomi!
Un paio di mesi prima della stagione dei pollini è possibile intraprendere un percorso di desensibilizzazione attraverso l’immunoterapia dinamizzata che consente di modulare e modificare la sensibilità, grazie all’impiego di diversi ceppi di polline, di diluizioni di mediatori chimici e di allergeni che vengono utilizzati come rimedi isopatici, la cui efficacia rispetto ai classici antistaminici è dimostrata da numerosi studi scientifici.
È possibile altresì seguire dei protocolli drenanti e detossificanti con specialità omeopatiche, tali che i nostri organi emuntori siano più agili quando incontreranno gli allergeni e in modo che la gravità dei sintomi ne risulti sensibilmente ridotta. Infine, un’adeguata supplementazione di oligoelementi diluiti e dinamizzati può attenuare la diatesi allergica.
Nella maggior parte dei casi, però, ci si ricorda di fare qualcosa solo quando il problema si presenta. Certamente i lavaggi nasali e oculari e gli impacchi possono aiutare, ma nell'immediata esigenza di contenere starnuti e lacrime, sempre e solo su consiglio del farmacista esperto in omeopatia o su prescrizione del medico omeopata e mai ricorrendo a un nocivo fai da te, la Materia Medica è ricca di rimedi che possono soccorrerci per affrontare la situazione emergente.
Tra rinocongiuntivite e prurito, bruciore, persino asma ed eruzioni cutanee, ogni paziente ha un suo modo singolare e unico di ammalarsi e ne consegue che anche la cura è sempre personalizzata. Non sono pochi i casi clinici in cui la comparsa di un fenomeno allergico prima inesistente è coinciso o è stato conseguente a un cambiamento di vita che ha perturbato l'equilibrio dell'energia vitale. È da questa perturbazione che si comincia a ricostruire un nuovo equilibrio psico-fisico nella visita medica o nella consulenza omeopatica. Seguendo la biopatografia e l’anamnesi si raccolgono tutti i sintomi significativi per disegnare un quadro completo, capace di donare un’immagine piena del soggetto, che è come una mappa verso il rimedio simillimum, il medicinale omeopatico unico che cura la persona nella sua totalità e può ricondurla al benessere profondo.
“Bene, vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
se nel morire infradici o insecchisci,
avanti su, io guardo, tu fiorisci”
Poesie, Patrizia Cavalli, Einaudi 1999
di
Cecilia Gabrielli